IL PERMESSO DI ARRABBIARSI
"Trattenere la rabbia è come trattenere un carbone ardente con l'intento di gettarlo a qualcun altro; sei tu quello che si scotta"
Buddha
La rabbia è un'emozione primordiale adattiva...ma a volte disfuzionale. Adattiva in quanto ci permette di difenderci, fin da quando siamo piccoli, ci porta ad agire, altre volte la subiamo perchè la soffochiamo.
Chiaramente, numerosi sono i motivi per cui è possibile perdere la calma, per esempio quando consideriamo un’altra persona responsabile per averci procurato un danno, un fastidio; oppure, se non dovessimo trovare un responsabile diretto è possibile arrabbiarsi con se stessi, in ogni caso è sempre necessario trovare un capro espiatorio, un colpevole a quello che succede, perché serve per rivolgere la rabbia verso qualcosa o qualcuno. Spesse volte ci arrabbiamo con le persone a cui siamo più legati, in quanto proprio da loro ci aspettiamo di essere capiti e ascoltati... E allora, siamo più arrabbiati o più delusi?
Quanto della rabbia è rabbia e quanto è sofferenza?
Ebbene sì...
La rabbia è l'espressione della nostra sofferenza, della nostra delusione verso qualcuno o qualche situazione, frustrazione per un obiettivo mancato, per esempio.
Vorremmo urlare, spaccare tutto tanto quanto vorremmo piangere, disperarci.
Eppure a volte non facciamo nè l'una e nè l'altra cosa.
Rimaniamo incastrati in questa emozione. La soffochiamo mentre lei soffoca noi.
A volte non la espriamiamo perchè abbiamo imparato, lungo la strada, che può essere distruttiva, a volte sembra più utile provare a eliminarla...evitandola. Ancora, non sappiamo come fare a tirarla fuori perchè potrebbe non interessare a nessuno quanto siamo arrabbiati, quanto stiamo male e questo alimenta il dolore, alimenta la rabbia.
Semplicemente, non ci diamo il permesso.
Non ci diamo l'autorizzazione ad arrabbiarci, a stare male...eppure dentro qualcosa si muove, qualcosa non va, resta fermo lì, dentro di noi.
Si potrebbe cominciare a considerare la rabbia meno come un mostro da tenere a bada e più come un'emozione legittima. Si potrebbe provare a esternarla, a canalizzarla...perchè è energia che può esplodere in modo positivo anzichè continuare a implodere, logorandoci.
Porgere un orecchio attento, il nostro prima di ogni altro, verso quello che proviamo è un ottimo primo passo per evitare che quello che proviamo, governi noi, generando quel malessere che a volte non sappiamo neanche come definire.
Ascoltando quello che sentiamo ci può fare meno paura di quello che pensiamo. Le nostre delusioni, sofferenze non ci rendono più vulnerabili, ci permettono di trovare nuove risorse...e se gli altri si sono permessi di farci del male, noi possiamo darci il permesso di stare male, di arrabbiarci liberando l'energia necessaria per risalire...Non diamo a nessuno il potere di farci stare ancora più male.