IL SENSO DELLA SOLITUDINE
Abbiamo dimenticato cosa sia guardarsi l’un l’altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l’uno dell’altro. Non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine.
(Leo Buscaglia)
Questa frase rappresenta esattamente la sintesi dell'argomento di cui voglio scrivere, o meglio, ne rappresenta il senso.
Siamo nell'epoca dell' IO, l'individuo che cerca di affermarsi, che vuol farcela da solo, che non vuole avere bisogno di nessuno. Vuole essere forte, popolare, ricco, bastare a sè stesso...
Ricerchiamo la nostra identità in qualcosa e perseguiamo un progetto, convinti che, raggiunto un determintato status, saremo vincenti.
Siamo nell'epoca dove mostrare un bisogno è un segno di debolezza.
Pudore per tutto ciò che si discosta da un'immagine "vincente".
Cerchiamoperò, prima, di capire cos'è la solitudine per ognuno di noi...
Per alcuni è una scelta, per altri una necessità, per altri una protezione, un rifugio, per alcuni è rigenerante, per altri una realtà difficile da affrontare...
Dipende...
Dipende da qual è la condizione che viviamo, se abbiamo un lavoro oppure no, una relazione di coppia o meno, amici, un animale domestico... Dipende da quante persone abbiamo intorno a noi oppure da quanto frequenti sono i rapporti con queste persone.
Dipende anche dalla qualità delle relazioni che abbiamo: possiamo avere tante persone intorno eppure sentire un profondo senso di solitudine.
Dunque la solitudine non è l'essere soli, ma sentire di non essere considerati, per esempio.
Così come possiamo stare soli tanto tempo e non sentire nessun vuoto.
Ognuno di noi esiste perchè c'è un altra persona che ci riconosce, che ci vede.
Così nella solitudine può succedere di sentire che non esistiamo...
Come cita Leo Buscaglia "...non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine..."
Non sorprende perchè cerchiamo la compagnia e non le relazioni...cerchiamo la folla e non la qualità. Ci iscriviamo sui social network, ci iscriviamo a gruppi online, commentiamo nei blog e restiamo un po' anonimi.
Ci esponiamo quel poco che basta per non rischiare di legarci troppo e di soffrire...
Ci esponiamo dietro una tastiera di un computer o un cellulare un minimo, ed è un minimo quello che ci torna indietro...
Ci esponiamo tanto quanto basta a sentirci meno soli ma spesso non basta a sentirci meno soli...
Cosa succederebbe se ci guardassimo negli occhi, se ci avvicinassimo gli uni con gli altri...
Se ci mettessimo in gioco?
Se ci avvicinassimo davvero potremmo allontanarci con serenità... la solitudine potrebbe fare meno paura.
La solitudine potrebbe divenire un luogo bello da vivere, da scegliere ogni volta che se ne sente il bisogno. Un angolo, nella nostra vita, in cui poter riposare gli affanni e ascoltare il nostro silenzio...percepirci, darci spazio...qualcosa che somiglia alla libertà...